Alberto Gasparini mat. 138895 Lezione del 06/12/01 14:30-16:30
La macchina frigorifera
Q1
L
Q2
T2
Questo
schema può riassumere la funzione svolta dalla macchina frigorifera, ovvero
trasferire calore da una sorgente a bassa temperatura ad una a temperatura più
elevata con l’utilizzo di lavoro esterno. Mediante L la macchina sottrae calore
Q2 al corpo T2 riscaldando il corpo T1
con Q2>>L. La macchina
frigorifera non fa altro che ricevere lavoro dall’esterno e calore da un
ambiente per produrre una quantità superiore di calore, come faccia tutto
questo lo vedremo successivamente.
Il
funzionamento della macchina frigorifera non si valuta con il coefficiente
economico ma osservando il rendimento che a seconda dell’utilizzo del sistema
varia il proprio valore. Nel periodo estivo si calcola il coefficiente di
effetto utile frigorifero:
rendimento estivo: he =
Nel
periodo invernale invece, quando la macchina ha la funzione di pompa di calore,
si osserva il coefficiente di prestazione:
rendimento
invernale: hi =
Il
rendimento di una macchina frigorifera può essere ottimizzato parzializzandone
l’utilizzo nei periodi in cui non è necessaria la massima operazione. Il metodo
di rallentare o accelerare le funzioni della macchina è decisamente meno
usurante di spegnerla e riaccenderla e per questo che bisognerebbe utilizzarla
per raffreddare gli ambienti in estate e riscaldarli in inverno.
P
P1 T1
P2 T2
V
Le
macchine frigorifere funzionano utilizzando vapore saturo e al loro interno
avviene un’escursione termica di 20/30° C con la temperatura minima di qualche
grado al di sotto dello zero, quindi non è possibile l’utilizzo dell’acqua,
anche se sarebbe un liquido refrigerante ideale essendo ecologica e a basso
costo. I fluidi usati nei sistemi frigoriferi devono rispondere a determinati
requisiti e vengono definiti frigorigeni. Non potendo sfruttare l’acqua si è
ricorso ad altri fluidi che avessero caratteristiche simili ma la cui
temperatura di sublimazione fosse più bassa: l’ammoniaca ( NH3 ) oppure i
clorofluorocarburi, tra cui il più noto è il FREON12 ( diclorodifluorometano
CCl2F2 ).
Il
liquido ammoniaco porta una considerevole quantità di energia con una bassa
quantità di volume, è quindi un ottimo fluido frigorifero ma è irritante alla
respirazione e se mescolato con ossigeno risulta esplosivo.
Il
FREON12 invece dimostra una grande stabilità termica e chimica ed inoltre ha
un’inerzia tossica decisamente inferiore all’ammoniaca, tuttavia ha la
caratteristica negativa di non degradarsi mai e di accumularsi continuamente.
Le conseguenze più disastrose che può provocare il depositarsi del FREON12
negli alti strati dell’atmosfera sono il buco nell’ozono ( O3 ) e, anche se in
parte meno rilevante, l’effetto serra.
condensatore
(scarica il calore)
valvola
pompa di laminazione
compressore
3
2
4 1
evaporatore
(cella frigorifera)
La
macchina frigorifera è composta da 4 sezioni e da 2 batterie (radiatori). La
pompa, o compressore, deve mantenere la pressione elevata affinché il fluido
mantenga sempre due temperature differenti, mentre la funzione della valvola di
laminazione è determinare l’evaporazione del fluido. Il sistema di evaporazione
e condensa è ciò che permette al fluido di sottrarre e di perdere calore. Per
paragonare questo schema a quello iniziale più teorico possiamo affermare che
il lavoro (L) è espresso dalla pompa, l’evaporatore è l’ambiente T2 da cui
viene sottratto calore e il condensatore è l’ambiente T1 che dissipa il calore
prodotto.
P
L T1 V
P1 2
3 r1
4 r2 1
P2
L T2 V
V
II fase. Attraverso il radiatore del condensatore il vapore surriscaldato perde calore e comincia a condensare, tutto ciò accade a pressione costante.
III fase. Il fluido entra nella valvola di laminazione che ne determina una trasformazione irreversibile che porta ad una diminuzione di pressione e temperatura mentre aumenta il volume, il fluido subisce quindi una trasformazione isoentalpica in cui l’entalpia specifica rimane costante:
da cui:
IV fase. Il fluido nello stato liquido attraverso l’evaporatore comincia la vaporizzazione assorbendo calore.
Centro
nevralgico del processo della macchina frigorifera è la valvola di laminazione
per il cambiamento di stato in cui avviene una trasformazione irreversibile:
1
2
II fase:
III
fase:
IV
fase:
Da
cui:
In pratica i valori delle entalpie si ricavano direttamente dai grafici p-h dei differenti fluidi frigorigeni. Qui sotto due esempi di grafici p-h, il primo si riferisce all’ammoniaca, il secondo al Freon 12.
Il
sistema tutt’oggi più utilizzato per il riscaldamento degli edifici è quello
che sfrutta la combustione di idrocarburi, ma da anni gli scienziati stanno
cercando di elaborare un metodo meno nocivo per l’ambiente. Il tradizionale
sistema a combustione infatti produce gas come il biossido di carbonio che
hanno una grande responsabilità per quanto riguarda l’inquinamento
dell’atmosfera terrestre. Il sistema conosciuto come “pompa di calore” è noto
da svariati decenni ma il principio che ne è alla base potrebbe essere ritenuto
veramente attuale. Il sistema consiste in una macchina frigorifera utilizzata
al contrario, ovvero sottrae calore all’esterno mediante il radiatore del
vaporizzatore donandolo all’ambiente interno, il tutto è ovviamente azionato
dal compressore. Il sistema della pompa di calore non solo è meno “dannoso” del
tradizionale riscaldamento a combustione ma è fisicamente più economico;
infatti con il metodo del “frigorifero al contrario” si ottiene questa formula:
in
cui Q2 è il calore totale donato all’ambiente interno, Q1 è il calore sottratto
all’esterno e L è il lavoro compiuto dal compressore elettrico.
Nel
caso del riscaldamento a combustibile, con un’equivalente valore di L avremmo
ottenuto unicamente il calore prodotto dal motore e quindi un Q2 senz’altro
inferiore a quello precedente.
Inoltre
l’utilizzo della pompa di calore, data la sua somiglianza con la macchina
frigorifera, può venire invertito in periodo estivo acquisendo la funzione di
condizionatore.
Ritenendo
le miscele d’ aria e il vapor acqueo gas perfetti questi rinchiusi con un
contenitore d’acqua aperto in un ambiente isolato, a temperatura e pressione
costanti, non la influenzano e non si fanno influenzare:
Pressione costante
In
cui:
Con
temperatura costante e la presenza di vapore saturo evaporerà solo una minima
quantità d’acqua ma poi la massa del liquido rimarrà costante dopo essere
leggermente diminuita: l’ambiente è saturo, ovvero l’acqua è evaporata fino al
punto in cui la pressione parziale del vapore saturo ha eguagliato la pressione
di saturazione dell’acqua a quella determinata temperatura. Quindi esiste una
pressione di saturazione del vapor saturo (Pvs) che varia in base alla
temperatura dell’aria:
Temperatura °C |
Pressione del vapor saturo Kpa |
Titolo di saturazione gv/Kga |
-25 |
0,06 |
0,38 |
-20 |
0,102 |
0,63 |
-15 |
0,165 |
1,01 |
-10 |
0,259 |
1,6 |
-9 |
0,283 |
1,75 |
-8 |
0,309 |
1,91 |
-7 |
0,336 |
2,08 |
-6 |
0,367 |
2,27 |
-5 |
0,400 |
2,49 |
-4 |
0,436 |
2,69 |
-3 |
0,475 |
2,94 |
-2 |
0,516 |
3,19 |
-1 |
0,561 |
3,47 |
0 |
0,609 |
3,78 |
1 |
0,656 |
4,07 |
2 |
0,704 |
4,37 |
3 |
0,757 |
4,7 |
4 |
0,811 |
5,03 |
5 |
0,870 |
5,4 |
6 |
0,932 |
5,79 |
7 |
0,999 |
6,21 |
8 |
1,070 |
6,65 |
9 |
1,146 |
7,13 |
10 |
1,225 |
7,63 |
11 |
1,309 |
8,15 |
12 |
1,399 |
8,75 |
13 |
1,595 |
9,35 |
14 |
1,595 |
9,97 |
15 |
1,701 |
10,6 |
20 |
2,331 |
14,7 |
25 |
3,160 |
20 |
30 |
4,232 |
27,2 |
35 |
5,610 |
36,6 |
40 |
7,358 |
48,8 |
45 |
9,560 |
65 |
50 |
12,304 |
86,2 |
55 |
15,094 |
114 |
60 |
19,870 |
152 |
65 |
24,938 |
204 |
70 |
31,082 |
276 |
75 |
38,450 |
382 |
80 |
47,228 |
545 |
85 |
57,669 |
828 |
90 |
69,931 |
1400 |
95 |
83,409 |
3120 |
100 |
101,300 |
- |
L’umidità
relativa
La
legge di Dalton paragona il vapor acqueo a un gas perfetto, in modo da
determinare, rapportando le masse di vapore e vapore saturo, l’umidità relativa
dell’ambiente:
UR
La legge di Dalton eguaglia i rapporti tra le masse e le pressioni ma dà loro nomi differenti, pur riferendosi entrambi allo stesso valore di umidità in un ambiente, cioè la misura di quanto l’aria sia vicina alla saturazione.
Il rapporto tra le masse viene definito Umidità relativa e si calcola in percentuale:
Mentre
il rapporto tra le pressioni è un valore decimale che viene chiamato grado
igrometrico e si indica con la lettera :
Lo scopo del progettista è realizzare ambienti tenendo conto dei valori di umidità relativa e di temperatura da cui deriva l’abitabilità di un edificio. Umidità di progetto e Temperatura di progetto sono i valori alla base dello studio del confort termoigrometrico, indispensabile per la realizzazione di ambienti interni. Per determinare il confort termoigrometrico si utilizza il grafico delle curve di isoconfort che mostra come possono variare le condizioni di confort a seconda della funzione dell’edificio e della fascia climatica in cui è situato:
UR
T
Bisogna
inoltre considerare due valori legati all’abitabilità dell’ambiente:
MET
: unità metabolica base = una persona mentre legge stando seduta (circa 200W)
Per
attribuire un’unità di misura all’umidità si ricorre al Titolo X che viene
identificato con questa equazione:
in cui Mv è la massa del vapore presente nell’aria mentre Ma è la massa dell’aria secca. Il valore di X indica la quantità di vapore nella miscela.
Considerando
aria e vapor acqueo come gas perfetti è possibile sviluppare l’equazione di
stato dei gas perfetti riferendosi ad entrambi:
Aria
:
Vapore :
Da
cui: e
In cui: 29 è la massa molare dell’aria e
18 è la massa molare del vapore
Da
cui:
Grazie
a queste relazioni il titolo X ora è legato a un rapporto di pressioni, quindi
è possibile calcolarlo anche partendo dai valori della pressione, cioè dal
grado igrometrico:
Da
cui:
Analizzando
le miscele d’aria e il vapore è possibile calcolare l’energia al loro interno,
ovvero l’entalpia. Ciò è possibile riferendosi all’unità di massa dell’aria
secca, valore al quale ci riferiamo per ottenere il titolo e l’entalpia
specifica:
in
cui H è l’entalpia totale e Ma è la massa di aria secca che non varia, quindi:
e inoltre:
in
cui ha è
l’entalpia dell’aria secca, hv è l’entalpia del vapore e X è il titolo.
Aria Vapore
Mv hv
ha
in cui
P
L
A r0
B V
0°
Dall’analisi
di questo diagramma, considerando r0 il
calore latente di vaporizzazione a 0°, si può giungere alla seguente
conclusione:
Sapendo
inoltre che l’entalpia del liquido nel punto A è uguale a 0, che , che r0 e che , si ottiene:
ovvero,
il bilancio dell’energia del sistema.
Attraverso
l’analisi del diagramma psicrometrico è possibile valutare gli stati di
equilibrio delle miscele d’aria e di vapor acqueo. Tale diagramma è formato da
tre assi ognuno dei quali indica tre differenti misure fisiche: l’asse
orizzontale si riferisce al valore del titolo X della miscela, l’asse
verticale indica la temperatura (°C) del bulbo asciutto, l’asse obliquo esprime
il valore dell’entalpia specifica .
La
curva che delimita superiormente il diagramma è la curva di saturazione che
rappresenta la linea dei punti con grado igrometrico pari a 1 ovvero stati di
equilibrio di miscela satura. Per valori al di sopra di questa curva non
possono esistere stati fisici reali. Le altre curve simili rappresentano stati
ad umidità relativa costante, mentre le rette oblique quasi verticali (chiamate
rette di raffreddamento adiabatico) indicano, nell’intersezione con la curva di
saturazione, le temperature di bulbo umido. Il diagramma psicrometrico si
utilizza infatti per interpretare i dati dello psicrometro, uno strumento
costituito da due termometri, uno a bulbo asciutto e uno a bulbo bagnato, al
fine di ottenere la percentuale di umidità relativa.