METODI
DI MISURA FLUIDODINAMICI
La fluidodinamica è una
parte della fisica meccanica che studia la dinamica dei fluidi dividendoli in
fluidi aerei -gas e vapori- e in liquidi.
Il liquido è una sostanza le
cui molecole hanno pochissima coesione e sono libere scorrere le une sulle
altre.
Per descrivere il moto di un
fluido possiamo ricorrere ad uno dei seguenti metodi:
- Punto di vista Lagrangiano – si consideri un elemento di
fluido e all’istante to le sue coordinate sono Xo, Yo, Zo. Al passare
del tempo l’elemento in questione si sposta le relative coordinate variano con
leggi del tipo: X= X( t, Xo, Yo, Zo,
to)
Y=
Y( t, Xo, Yo, Zo, to)
Z= Z( t, Xo, Yo, Zo, to)
Il metodo consiste nel
“seguire” il moto di ogni particella di fluido
- Punto di vista Euleriano – Si fissi l’attenzione su una
posizione (x, y, z) del fluido e, al passare del tempo, si osservi cosa succede
in tale posizione: le grandezze che interessa conoscere sono le densità r(x, y, z, t) e la velocità W(x,
y, z, t). Se tali quantità sono note a qualunque istante t e per ogni punto (x,
y, z) del fluido si ha un’informazione completa del moto.
Legenda
dei Simboli usati per le formule
b= Coefficiente perdite di
carico
k = k(t) Coefficiente
di scambio termico
DT = Differenza di temperatura
– salto di temperatura
Q = Potenza di temperatura
Equazione
di Bernoulli – Tale equazione è
fondamentale per le applicazioni fluidodinamiche come il Tubo di Venturi e il
Tubo di Pitot-Prandt.
W2/2 + g.z
+ P/r = costante
Metodi
di misura fluidodinamici
·
Metodo della Pesata – Il metodo della pesata è
il metodo più preciso per la misura di portata è con un secchiello e un
cronometro e l’utilizzo quando devo tarare un sistema di misura.
M = Qm = r.W.A (Kg/s)
·
Tubo di Venturi – Essendo un metodo di
misura fluidodinamica può essere usato sia per sostanze liquide che per
sostanze aeriformi ottenendo però con queste ultime risultati poco
soddisfacenti dovuti alle r del gas che risulta costante. Il suo migliore utilizzo avviene in
campo idraulico. Il tubo di Venturi è un’applicazione dell’equazione del
teorema di Bernoulli. Questo metodo di misurazione fluidodinamica è ideale per
misurazioni continue di valore di portata nel condotto. Gli inconvenienti che
si verificano con l’utilizzo del tubo di Venturi sono quello di fare le
misurazioni con i manometri e la proporzionalità diretta che si verifica tra DP e DV.
W12/2 + g.z1 + P1/r = W22/2 + g.z2 + P2/r
W12/2 + g.z1 + P1/r = W22/2 + g.z2 + P2/r
r.W1.A1
= r.W2.A2
elimino la densità perché è uguale da entrambe
le parti
dell’uguale diventando un valore
insignificante ai fini del risultato
formula della portata in massa
W1.D12
= W2.D22
W2
= W1.D12/D22
lo sostituisco nell’equazione di Bernoulli
W12.(D14/D24 – 1) = (P1
– P2)/r
La
parte divergente del tubo di Venturi ha tale forma per poter ridurre al minimo le
perdite di carico che si verificherebbero nel caso in cui, al posto della forma
con una dolce inclinazione come ha nella realtà, avesse una forma più
accentuata come nella sua parte convergente. Infatti, nella parte convergente,
non si verificano perdite di carico perché il liquido, per entrare nella
strozzatura, lambisce le pareti eliminando automaticamente ogni perdita di
carico. Possiamo ottenere lo stesso effetto con una parte convergente uguale a
quella divergente con entrambi i lati dotati di un’inclinazione dolce da
entrambe e parti: avremo così un tubo di Venturi SIMMETRICO.
-
ALTRE
APPLICAZIONI DEL TUBO DI VENTURI – Le due applicazioni principali del tubo di
Venturi sono il Diaframma e il Boccaglio. Hanno le stesse
caratteristiche del tubo di Venturi ma la differenza principale che li
distingue dal loro predecessore consiste nelle forti perdite di carico che si
verificano soprattutto nel Diaframma dovute alla presenza di due sbarramenti
orizzontali che hanno il compito di restringere il passaggio del flusso. Come
il tubo di Venturi vengono ad entrambi applicati due manometri prima e dopo lo
sbarramento.
R
= b.W2 / 2
Altre
applicazioni del tubo di Venturi, di uso più comune, sono il carburatore (che
attraverso tale principio riesce a pescare benzina nebulizzandola e
mescolandola con l’aria, per attuare tale principio la pressione sul raccordo,
tra la parte convergente e divergente deve essere minore di quella atmosferica
all’interno del serbatoio della benzina) e le pompe del DDT che utilizzano lo
stesso principio del tubo di Venturi applicato al carburatore.
-MANOMETRI– Per misurare la pressione presente nel
tubo di Venturi dobbiamo applicare dei manometri per ottenere i risultati
cercati. In genere le pressioni del liquido presenti nel tubo sono prese in
prossimità della parte convergente e nella strozzatura prima della divergenza.
Può anche essere applicato un terzo manometro alla fine della divergenza nella
parte terminale del tubo per verificare la presenza delle perdite di carico che
si possono riscontrare, seppur minime, nella parte divergente del tubo. Dopo
aver misurato le pressioni all’interno del tubo possiamo concludere affermando
che P1>>P2 e che P1>P3. Il
principio su cui si basano i manometri è quello della legge di Stevino
applicato ai fluidi in quiete.
Il manometro si basa sull’esempio
del tubo ad U. Per recuperare i valori dal manometro bisogna inclinare l’asta
graduata aumentandone la sensibilità. Bisogna però stare attenti a tale
inclinazione per evitare che il fluido si avvicini troppo a zero creando delle
difficoltà nell’assegnazione del valore. Da notare, importante, è la diretta
proporzionalità, nel tubo ad U, tra DP e Dh.
·
TUBO
DI PITOT-PRANDT – A differenza del tubo di Venturi questo sistema di
misurazione dei fluidi esprime migliori risultati nel campo aereo dove trova
velocità W elevate. E’ utilizzato in campo sportivo (F1 –per ottenere dati
riguardanti il comportamento della vettura sottoposta all’effetto delle scie
delle vetture che la precedono) ma anche in campo edilizio per verificare
l’efficienza del sistema d’aerazione. In questo caso non troviamo le stesse
velocità delle applicazioni sportive e si evidenziano piccole difficoltà dovute
ai bassi valori di pressione P ottenendo DP insignificanti.
-ALTRE
APPLICAZIONI DEL TUBO DI PITOT-PRANDT –
-
Ventoline associate ad un contagiri -
tali strumenti sono delle ventole con 6-8 pale di 8-10 cm di diametro
utilizzate, come detto precedentemente, in edilizia per il controllo degli
impianti di aerazione.
-
Anemometro a filo caldo – a differenza del precedente strumento questo è
prettamente da laboratorio e si basa sul principio dello scambio termico per
conduzione. Formato da un filo di platino del diametro di 0,1 mm è contenuto in
un involucro lungo circa 2 cm è tarato per tentativi.
V . i = Q = k . DT = k . (Tfilo
– Taria)
Questo strumento annovera
tra i suoi pregi quello fondamentale della sensibilità dovuta alle dimensioni
ridotte del filo che lo costituisce. Ad evidenziarne le proprietà dello
strumento da laboratorio, oltre alla sensibilità che lo renderebbe inservibile
per uno strumento d’uso comune, troviamo anche il costo elevato dovuto
all’esclusività del materiale.
-
Anemometro
Laser-Dopler – Sarebbe lo strumento da laboratorio perfetto se non avesse come
unico inconveniente l’esorbitante costo (circa 80 milioni). Il suo scopo
principale è quello di fornire la frequenza degli impulsi. Per ricavare questi
impulsi dobbiamo, per prima cosa, specificare che usa un sistema laser che, dopo aver sdoppiato mediante
un cristallo ed incrociato con una lente, fornisce, proprio nell’incrocio
creatosi, un interferenza ottenuta anche grazie alle polveri con cui si è
mescolata. Tale interferenza viene registrata e poi tradotta in impulsi
elettrici che mi fornisce la frequenza degli impulsi.
Un’altra applicazione di uso più comune del tubo di Pitot-Prandt riguarda il Piezometro dinamico che differisce dal piezometro statico per la presenza del “naso” del tubo di Pitot-Prandt all’interno della conduttura in cui è inserito evidenziando solo la perdita di carico mentre, per il secondo, viene evidenziata, oltre alla perdita di carico anche l’energia recuperabile. Tale differenza si nota per un livello del fluido inferiore per il piezometro statico che non inserisce nel condotto il “naso” del tubo di Pitot-Prandt.