Paolo Baratti - matricola 118985 - Lezione: 25/10/99 - ore: 16.30-18.30

ESERCIZIO 1 – "Scatolone adiabatico 1"

Lo "scatolone adiabatico" è un sistema chiuso termicamente isolato, costituito da un contenitore cavo che presenta al suo interno due scomparti adiacenti (denominati 1 e 2) separati da un setto termicamente e meccanicamente isolante (fig. 1).

Fig. 1 – "Scatolone adiabatico"

Nello scomparto 1 è presente 1 m3 di aria alla pressione p1 di 1 bar ed alla temperatura T1 di 100 °C, mentre nello scomparto 2 sono presenti 2 m3 di aria alla pressione p2 di 10 bar ed alla temperatura T2 di 200 °C.

Ad un certo istante si rimuove il setto e le due quantità d’aria contenute nello scatolone si mescolano (situazione 3 in fig. 2).

Fig. 2

Supponendo che l’aria sia una sostanza chimicamente pura, determinare le coordinate termodinamiche (T3, V3, v3, p3) che descrivono lo stato finale del sistema.

Si valuti, inoltre, se si è verificato un aumento di entropia del sistema ed in caso affermativo calcolarlo.

Soluzione

Innanzitutto, avendo supposto che l’aria sia una sostanza chimicamente pura si può constatare che durante la rimozione del setto non avvengono processi che portano ad una modificazione della composizione del contenuto, quindi allo stato 3 si ha semplicemente aria.

Prima di risolvere l’esercizio preoccupiamoci di verificare che tutte le grandezze vengano espresse nelle unità di misura del SI:

p1 = 1 bar = 105 Pa
p2 = 10 bar = 106 Pa
T1 = 100 °C = 373 K
T2 = 200 °C = 473 K

Impostiamo, quindi, la soluzione partendo dal 1° principio della termodinamica che assume la forma:

DU = 0,

avendo posto Q = 0 e L = 0, in quanto il sistema è termicamente e meccanicamente isolato.

Abbiamo quindi:

U3 – (U1 + U2) = 0,
da cui otteniamo che:
U3 = U1 + U2 (1)

essendo l’energia interna U una grandezza che gode della proprietà additiva.

Ricordando che:

,

dove u è l’energia interna specifica del sistema e M è la massa del sistema, riscriviamo la (1):

M3 u3 = M1 u1 + M2 u2. (2)

Per calcolare M1 e M2 utilizziamo l’equazione di stato dei gas perfetti:

pV = nR0T, (3)

dove la costante universale dei gas perfetti vale:

.

Dapprima ricaviamo il numero di moli dei sotto-sistemi 1 e 2 utilizzando la (3):

successivamente determiniamo le masse dei sotto-sistemi utilizzando il valore della massa molare dell’aria che sappiamo essere:

 
.

Determiniamo infine la massa del sistema allo stato finale 3:

,

da cui ricaviamo il numero di moli dell’aria allo stato finale:

.

Esplicitiamo l’equazione (2) rispetto all’energia interna specifica u3:

e sostituiamo l’energia interna specifica secondo la relazione:

,

dove Cv è il calore specifico dell’aria a volume costante e t è la temperatura espressa in gradi centigradi, ottenendo:

.

La semplificazione è resa possibile dal fatto che Cv è indipendente dalla temperatura.
Sostituendo ora i valori ricavati in precedenza si ottiene:

.

Notiamo che la temperatura del sistema una volta rimosso il setto è molto vicina alla temperatura del sotto-sistema 2 alla situazione iniziale, ma questo dato era prevedibile essendo M2 >> M1.

La temperatura t3, inoltre, rappresenta la media pesata delle temperature di partenza, il cui peso è rappresentato dalle masse dei sistemi considerati.

Procediamo ora determinando il volume finale V3 ricavandolo direttamente dai dati del problema:

.

Il volume specifico allo stato finale è dato da:

.

Una volta ottenute due variabili termodinamiche indipendenti, nel nostro caso la temperatura T3 ed il volume V3, si può facilmente calcolare la coordinata restante, vale a dire la pressione p3 servendoci dell’equazione (3):

.

Per rispondere al quesito osserviamo che il sistema in questione è termicamente isolato pertanto l’entropia o si è mantenuta costante oppure è aumentata; in realtà possiamo affermare con sicurezza che essa è aumentata in quanto il processo che si è verificato è irreversibile, dal momento che una volta rimosso il setto separatore le due quantità d’aria iniziali si sono mescolate e dalla situazione finale non è più possibile ritornare a quella di partenza.

Poiché l’entropia è una funzione di stato non è necessaria una descrizione approfondita della trasformazione verificatasi, ma è sufficiente conoscere i valori iniziali e finali secondo la relazione:

(4)

Determiniamo i valori dell’entropia specifica sfruttando le relazioni ottenute nei capitoli precedenti:

 
 
,

dove Raria è la costante specifica dell’aria che vale 287 J/kgK, T0 è la temperatura di riferimento (nel nostro caso 273 K), p0 è la pressione di riferimento (1 bar) e Cp è il calore specifico a pressione costante pari a 1010 J/kgK.

Sostituendo nella (4) i valori ottenuti si ha:

.
 

ESERCIZIO 2 – "Pompa da bicicletta"

Consideriamo la pompa da bicicletta schematizzata in fig. 3, che presenta nella parte terminale un recipiente pieno d’aria di volume V0 = 1 m3.

Fig. 3

Il volume V1 dell’aria inizialmente presente all’interno della pompa è pari a 2 m3.

Il sistema si trova, infine, ad una temperatura iniziale TINIZ = 20 °C e ad una pressione iniziale pINIZ = 1 bar.

Ad un certo istante si inizia ad imprimere una forza sul manico della pompa spingendo lo stantuffo fino a quando l’aria contenuta nella pompa risulta essere tutta compressa all’interno del recipiente (fig. 4).

Fig. 4

In fig. 5 è possibile vedere la descrizione grafica del processo.

Fig. 5

Ipotizzando che il processo sia così rapido da non permettere al sistema di scambiare calore con l’esterno, si determinino la temperatura finale, la pressione finale ed il lavoro compiuto sul sistema per far avvenire la trasformazione.

Soluzione

Innanzitutto trasformiamo i dati:

.

Osserviamo, quindi, che la trasformazione descritta dal testo dell’esercizio è una adiabatica reversibile, pertanto la dipendenza tra pressione e volume del gas è espressa dalla relazione:

, (5)

dove l’esponente g è dato dal rapporto tra calore specifico a pressione costante e calore specifico a volume costante e nel caso dell’aria vale:

.

Determiniamo il volume iniziale occupato dal gas:

.

Al termine della trasformazione l’aria è completamente contenuta nel recipiente posto al termine della pompa, pertanto:

.

Utilizzando l’equazione della trasformazione (5), si ottiene la pressione finale:

 
.

Utilizzando l’equazione di stato dei gas perfetti determiniamo la massa del gas:
 

,

dove R è la costante caratteristica dell’aria che vale 287 J/kg K.

Osserviamo che durante la trasformazione la massa rimane costante in quanto il sistema è chiuso.

Utilizzando ancora l’equazione dei gas perfetti, scritta questa volta per lo stato finale, troviamo la temperatura finale:

.

Prima di determinare il valore del lavoro compiuto sul sistema osserviamo che esso è composto da due contributi:

Fig. 6
Fig. 7

Calcoliamo il lavoro compiuto dalla pressione atmosferica:

.

Chiaramente il lavoro è negativo per la convenzione dei segni, in quanto viene compiuto sul sistema.

Il lavoro totale compiuto sul sistema, invece, è dato dall’equazione del 1° principio della termodinamica, tenendo presente che Q = 0 in quanto il processo è adiabatico:

.

Sostituendo i dati ricavati in precedenza otteniamo:

.

Il lavoro netto effettivamente compiuto si determina per differenza:

;

otteniamo un valore negativo in quanto il lavoro viene compiuto dall’esterno sul sistema.

 
 

ESERCIZIO 3 – "Scatolone adiabatico 2"

Consideriamo un sistema avente le stesse caratteristiche di quello descritto nell’esercizio 1 (fig. 8).

Fig. 8

Nello scomparto 1 vi è 1 kg di vapor d’acqua saturo alla pressione di 9.8 bar, mentre nello scomparto 2 vi sono 2 kg di vapor d’acqua alla pressione di 0.98 bar.

Determinare lo stato fisico finale 3 del sistema dopo la rimozione del setto sapendo che il titolo dal gas nello scomparto 1 è 0.1, mentre il titolo del gas nello scomparto 2 è 0.5.

Si determini, inoltre, la variazione di entropia del sistema.

Soluzione

Prima di addentrarci nella soluzione numerica dell’esercizio, è bene compiere alcune considerazioni sul diagramma [p,V] dell’acqua per determinare quella parte di grafico in cui dovrà trovarsi il risultato.

La localizzazione del bersaglio (fig. 9) risulta molto utile soprattutto quando, come in questo esercizio, non è possibile procedere analiticamente, ma si è costretti a determinare la soluzione "per tentativi" sfruttando i dati presenti nelle tabelle.

Fig. 9 – Diagramma [p,V] dell’acqua

Al termine della soluzione, infatti, se i dati ricavati cadranno al di fuori della zona di grafico evidenziata avremo sicuramente commesso degli errori, pertanto sarà necessario ripetere i calcoli.

Trasformiamo ora i dati:

.

Innanzitutto:

. (6)

Poiché il sistema è termicamente e meccanicamente isolato Q = 0 e L = 0 (cfr. testo "Esercizio 1"), pertanto il 1° principio della termodinamica assume la forma:

DU = 0,
quindi:
. (7)

Introducendo le grandezze specifiche la (7) può essere riscritta in questo modo:

. (8)

Calcoliamo u1 e u2 sfruttando i dati contenuti nella tabella A:

 
TEMPERATURA
PRESS.
ASS.
ENTALPIA SPECIFICA
ENTROPIA
SPECIFICA
VOLUME SPECIFICO
ts
(°C)
Ts
(K)
ps
(bar)
hliq
(kJ/kg)
hd
(kJ/kg)
sliq
(kJ/Kg K)
vliq 
(dm3/kg)
vgas 
(dm3/kg)
86
359.15
0.60108
360.1
2293.5
1.1460
1.0333
2727.2
88
361.15
0.64948
368.5
2288.4
1.1693
1.0347
2536.5
90
363.15
0.70109
376.9
2283.2
1.1925
1.0361
2361.3
92
365.15
0.75608
385.4
2278.0
1.2156
1.0376
2200.2
94
367.15
0.81461
393.8
2272.8
1.2386
1.0391
2051.9
96
369.15
0.87686
402.2
2267.5
1.2615
1.0406
1915.3
98
371.15
0.94301
410.6
2262.2
1.2842
1.0421
1789.3
100
373.15
1.01325
419.1
2256.9
1.3069
1.0437
1673.0
102
375.15
1.0878
427.5
2251.6
1.3294
1.0453
1565.5
104
377.15
1.1668
435.9
2246.3
1.3518
1.0469
1466.2
106
379.15
1.2504
444.4
2240.9
1.3742
1.0485
1374.2
108
381.15
1.3390
452.9
2235.4
1.3964
1.0502
1288.9
110
383.15
1.4327
461.3
2230.0
1.4185
1.0519
1209.9
112
385.15
1.5316
469.8
2224.5
1.4405
1.0536
1136.6
114
387.15
1.6362
478.3
2219.0
1.4624
1.0553
1068.5
116
389.15
1.7465
486.7
2213.4
1.4842
1.0571
1005.2
118
391.15
1.8628
495.2
2207.9
1.5060
1.0588
946.34
120
393.15
1.9854
503.7
2202.2
1.5276
1.0606
891.52
122
395.15
2.1145
512.2
2196.6
1.5491
1.0625
840.45
124
397.15
2.2504
520.7
2190.9
1.5706
1.0643
792.83
126
399.15
2.3933
529.2
2185.2
1.5919
1.0662
748.40
128
401.15
2.5435
537.8
2179.4
1.6132
1.0681
706.91
130
403.15
2.7013
546.3
2173.6
1.6344
1.0700
668.14
132
405.15
2.8670
554.8
2167.8
1.6555
1.0720
631.88
134
407.15
3.0407
563.4
2161.9
1.6765
1.0740
597.95
136
409.15
3.2229
572.0
2155.9
1.6974
1.0760
566.18
138
411.15
3.4138
580.5
2150.0
1.7182
1.0780
536.41
140
413.15
3.6138
589.1
2144.0
1.7390
1.0801
508.49
142
415.15
3.8231
597.7
2137.9
1.7597
1.0821
482.30
144
417.15
4.0420
606.3
2131.8
1.7803
1.0843
457.71
146
419.15
4.2709
614.9
2125.7
1.8008
1.0864
434.60
148
421.15
4.5101
623.5
2119.5
1.8213
1.0886
412.88
150
423.15
4.7600
632.1
2113.2
1.8416
1.0908
392.45
152
425.15
5.0208
640.8
2106.9
1.8619
1.0930
373.22
154
427.15
5.2929
649.4
2100.6
1.8822
1.0953
355.10
156
429.15
5.5767
658.1
2094.2
1.9023
1.0976
338.03
158
431.15
5.8725
666.8
2087.7
1.9224
1.0999
321.94
160
433.15
6.1806
675.5
2081.3
1.9425
1.1022
306.76
162
435.15
6.5016
684.2
2074.7
1.9624
1.1043
392.42
164
437.15
6.8356
692.9
2068.1
1.9823
1.1070
278.89
166
439.15
7.1831
701.6
2061.4
2.0022
1.1095
266.09
168
441.15
7.5445
710.4
2054.7
2.0219
1.1119
254.00
170
443.15
7.9202
719.1
2047.9
2.0416
1.1145
242.55
172
445.15
8.3106
727.9
2041.1
2.0613
1.1170
231.72
174
447.15
8.7160
736.7
2034.2
2.0809
1.1196
221.47
176
449.15
9.1368
745.5
2027.3
2.1004
1.1222
211.75
178
451.15
9.5736
754.3
2020.2
2.1199
1.1248
202.54
180
453.15
10.027
763.1
2013.2
2.1393
1.1275
193.80
182
455.15
10.496
772.0
2006.0
2.1587
1.1302
185.51
184
457.15
10.983
780.8
1998.8
2.1780
1.1330
177.64
186
459.15
11.488
789.7
1991.5
2.1972
1.1358
170.17
Sappiamo che u1 si determina in questo modo:
, (9)

dove l’energia interna specifica differenziale ud1 è data da:

. (10)

Nella (10) compaiono nuove grandezze: hd è l’entalpia specifica differenziale (quinta colonna nella tabella A), mentre vd è il volume specifico differenziale dato da vgasvliq (le ultime due colonne della tabella A).

Per determinare i valori da sostituire nelle espressioni scegliamo la riga da consultare in base al valore della pressione dato dal testo dell’esercizio: abbiamo che p1 = 9.8 bar, pertanto, una volta individuato nella tabella il valore in questione (nel nostro caso ps = 9.5736 relativo alla temperatura di 178 °C), andiamo a leggere sulla riga corrispondente i valori di vliq e di vgas ottenendo:

.

Individuando sulla tabella i valori di uliq1, che sappiamo essere uguale a hliq1 (quarta colonna della tabella A) e di hd1, li sostituiamo, insieme a vd1 appena determinato, prima in (10) e poi in (9) ottenendo:

(11)

Analogamente determiniamo u2 scegliendo la riga in corrispondenza di t = 100 °C:

. (12)

Mettendo in (8) i risultati ottenuti in (6), in (11) ed in (12) abbiamo:

da cui otteniamo:

 

che sappiamo essere uguale a:

. (13)

Per procedere nei calcoli ci occorre una seconda grandezza indipendente:

. (14)

Introducendo le grandezze specifiche riscrivo la (14):

. (15)

Sfruttando ancora una volta i dati contenuti nella tabella determino:

.

Dalla (15), con le dovute sostituzioni, ricavo:

che sappiamo essere uguale a:

(16)

Considerando la (13) e la (16), abbiamo un sistema nell’unica incognita x3:

Questo sistema può essere risolto solamente "per tentativi": consideriamo una pressione finale p3 vicina a p2, ad esempio p3 = 1.2504 bar, leggiamo i valori sulla riga corrispondente a t = 106 °C e li sostituiamo in un’equazione del sistema, ad esempio la prima:

Risolviamo ed otteniamo:

.

Andiamo quindi a sostituire il valore di x3 ottenuto nella seconda equazione del sistema per verificare se otteniamo un’identità: in caso affermativo avremo determinato la soluzione corretta, in caso negativo dovremo ripetere nuovamente il procedimento appena descritto.

Nel nostro caso otteniamo 0.5651 » 0.5617 che costituisce una buona approssimazione, pertanto il risultato corretto è:

.

In particolare osserviamo che questo valore ricade nella parte di grafico evidenziata (fig. 9 pagina 9) proprio come avevamo preventivato.

Calcoliamo, infine, la variazione di entropia:

(17)

Determiniamo, con l’ausilio della tabella:

Sostituendo i valori nella (17) si ottiene:

.

 

ESERCIZIO 4

Consideriamo il tubo in fig. 10 al cui interno scorre del vapore saturo.

fig. 10

Il tubo presenta un’estremità comunicante con l’esterno che permette al vapore di sfiatare all’aria aperta alla pressione di 1 bar ed alla temperatura di 100 °C.

Si determini il titolo x del vapore utilizzando il "metodo del calorimetro".

Il calorimetro (fig. 11) è un’ampolla termicamente isolante, rivestita da un’intercapedine al cui interno viene creato il vuoto, che presenta una piccola apertura denominata collo attraverso la quale viene inserito un sottile termometro a mercurio.

Inizialmente, il calorimetro contiene 0.57 kg di acqua allo stato liquido e si trova alla temperatura di 25 °C.

Viene, quindi, introdotto il tubo all’interno del calorimetro e si fa gorgogliare il vapore nell’acqua: il vapore inizia a condensarsi ed allo stato finale il calorimetro conterrà 0.615 kg di acqua alla temperatura di 64 °C.

Fig. 11 – Il calorimetro

 

Soluzione

Trasformiamo i dati:

.

Sottraendo alla massa finale dell’acqua la massa inizialmente contenuta nel calorimetro determiniamo il quantitativo di vapore condensato:

Osserviamo, quindi, che il sistema descritto nel testo dell’esercizio è aperto, in quanto la massa al suo interno è variata; per procedere nella soluzione sfruttiamo il 1° principio della termodinamica in forma entalpica.

Considerando che L = 0 e Q = 0 in quanto il calorimetro è termicamente isolato si ottiene:

,

cioè:

. (18)

L’entalpia finale dipende solamente dal contributo dell’acqua presente nel calorimetro al termine del processo, pertanto:

, (19)

dove CL è il calore specifico dell’acqua e vale 4.187 kJ/kg °C.

Allo stato finale avremo:

, (20)

mentre per il vapore si avrà:

, (21)

dove hVAP è l’entalpia specifica del vapore, r è chiamato "vapore latente di vaporizzazione" (analogo all’entalpia differenziale hd nella tabella A), hliq è l’entalpia specifica dell’acqua (quarta colonna nella tabella A) e x è il titolo del vapore che rappresenta la nostra incognita.

Sostituendo nella (21) i valori ricavati dalla tabella A a pagina 11 in corrispondenza della temperatura t = 100 °C, otteniamo:

.(22)

Ponendo in (18) i risultati ottenuti nella (19), nella (20) e nella (22), si ottiene un’equazione nell’incognita x:

,

dalla quale, risolvendo, si determina:

.