Esercizio 1) autoclave pag.
-1-
Esercizio 2) caminetto pag.
-4-
Esercizio 3) impianto di
aerazione pag.
-8-
Esercizio 4) impianto a
circolazione naturale pag. -11-
Esercizio 1
Si consideri un sistema
costituito da :
·
n° 1 serbatoio
aperto;
·
n° 1 serbatoio
chiuso (autoclave);
·
n° 1 pompa.
L'esercizio si risolve
impostando l'equazione del bilancio dell’ energia dei sistemi aperti:
(1)
dove:
è
l’accelerazione gravitazionale
è la densità del
fluido contenuto nel serbatoio, cioè acqua
W1 e W2 sono
le velocità dei peli liberi rispettivamente del serbatoio e dell’autoclave.
Come tutti i problemi
basati sull’equazione del bilancio dell’energia dei sistemi aperti una scelta
opportuna delle sezioni semplifica lo svolgimento del problema infatti,
scegliendo come sezioni i peli liberi del serbatoio e dell’autoclave , possiamo
trascurare il salto di quota H e la differenza di velocità tra W2
e W1:
e la 1) diventa:
(2)
in questa equazione l’unica incognita che ci separa dal conoscere la prevalenza
è R vale a dire le perdite del sistema. Utilizzando il concetto di
lunghezza equivalente, le perdite sono date da:
(3)
dove:
x è
il fattore di attrito (da determinare)
Leq lunghezza equivalente
dell’imbocco a) e dello sbocco b) (da determinare)
W è la velocità del fluido (da
determinare)
è la portata in volume della
pompa
Assumendo un rendimento
della pompa pari a la potenza effettiva della pompa risulta
essere:
Esercizio 2
Si consideri un impianto
di riscaldamento a camino caratterizzato dai seguenti dati:
dove:
H è la differenza di quota tra il
centro della bocca del camino e lo sbocco della canna fumaria
T1 è
la temperatura del fumo prodotto dalla combustione della legna
b è
il coefficiente di perdite concentrate dell’intero sistema
Nel camino entra aria che viene riscaldata
fino ad una temperatura di 250°C; l’aria calda,essendo più leggera del fluido
circostante, sale lungo la canna fumaria. Si determini la velocità W dei fumi.
Ipotesi:
·
La canna fumaria è
sufficientemente isolata tanto da mantenere costante la temperatura del fumo
lungo il tragitto
·
Nel camino entra 4¸5 volte la quantità stechiometrica di aria che
serve alla combustione dunque, ciò che verrà chamato fumo è in realtà un fluido
che ha le stesse proprietà termodinamiche dell’aria.
·
Si scelgono le
sezioni,come in figura, in base alle quali si scriverà l’equazione del bilancio
dell’energia.
·
La canna fumaria
solitamente non è rigorosamente verticale ma è costituita da raccordi e tratti
inclinati dunque si assume una lunghezza
Solitamente si trascura
il salto di pressione relativo a una differenza di quota così effimera però, in
questo caso, facendo questa semplificazione si arriverebbe all’assurdo di una
velocità dei fumi pari a zero. Infatti la piccola differenza di pressione,
dettata anche dal fatto che l’aria più calda del camino ha densità minore,
funge da motore dell’impianto.
All’esterno
del camino valgono le leggi della fluidostatica, dunque:
(1)
dove:
P1 è
la pressione nella bocca del camino
P2 è
la pressione esterna
rest e la densità dell’aria
esterna
g è
l’accelerazione gravitazionale
rf è la densità dei fumi
R è la costante universale dei gas
(3)
è come avere una pompa con questa prevalenza.
Considerando che non
esiste una pompa fisica che produce lavoro, si conoscono tutti i termini
per poter scrivere l’equazione del bilancio energetico:
(4)
si può operare una semplificazione dovuta alla scelta delle sezioni infatti, la
bocca del camino ha una sezione molto più grande della sezione di sbocco della
canna fumaria e quindi la velocità del fumo W1 è trascurabile
rispetto a W2. Sostituendo la 3) nella 4) e sapendo che le
perdite di carico sono espresse da
(5)
otteniamo
(6)
Dalla 6) si può ricavare
la velocità dei fumi conoscendo il valore del fattore d’attrito di seguito
calcolato.
Il secondo membro
dell’equazione 6) costituisce il motore del sistema mentre, il primo membro è
la resistenza da vincere; il camino avrà un buon tiraggio se il motore riesce a
prevalere sulla resistenza.
La 6) è un’equazione con
2 variabili,dunque per risolverla si dovrà intraprendere una soluzione
ricorsiva. Inizialmente si fissa una portata e a una velocità del fumo minima,
per verificare che il motore sia sufficiente a realizzarla, successivamente si
giunge al valore reale della velocità con metodo ricorsivo.
Supponendo che in 1 ora
vengano bruciati 10Kg di legna e sapendo che la quantità stechiometrica di aria
necessaria a bruciare 1Kg di legna è 14Kg, si può ricavare la portata in massa
minima che il sistema deve avere:
(7)
Dalla
definizione di portata in massa e dalla 7) si ricava la velocità Wmin
dei fumi relativa alla portata minima:
(8)
dove
è l’area della
sezione di passaggio della canna fumaria
Per
giungere al valore della resistenza minima del sistema si deve calcolare il
fattore d’attrito e per questo serve il numero di Reynolds:
(9)
dove
n è
la viscosità dell’aria a 250°C (coincide con quella del fumo)
Considerando
la 9) e la scabrezza relativa della canna fumaria pari a si ricava il fattore
di attrito sul diagramma di Moody:
(10)
Dunque
la resistenza minima da vincere, che è il primo termine dell’equazione 6), è:
(11)
Il
motore a disposizione, che è il secondo termine dell’equazione 6), è
(12)
Si
vede che il motore è sovrabbondante di un fattore @4 rispetto alla resistenza e ciò indica che la
portata è maggiore di quella minima prevista.
Ne deriva che la velocità
con cui esce il fumo dalla canna fumaria è maggiore di quella ipotizzata. Per
calcolare la velocità reale bisogna eseguire ricorsivamente i seguenti passi:
1.
calcolo del numero
di Reynolds (utilizzando l’ultima velocità trovata)
2.
calcolo del fattore
di attrito (utilizzando il punto 1 e )
3.
calcolo della nuova
velocità W2’
4.
ritornare al punto
1.
I
risultati di qualche iterazione sono riportati nella tabella seguente.
W2 |
Re |
x |
W2’ |
2,55 |
9064 |
0,047 |
5,08 |
5,08 |
18056 |
0,044 |
5,16 |
5,16 |
18358 |
0,043 |
5,19 |
5,19 |
18463 |
0,043 |
5,19 |
La velocità del fumo è
circa doppia di quella minima necessaria cioè, nel camino entra più aria di
quella che serve; bisogna notare che l’aria che fluisce dal camino è aria calda
presente nell’ambiente dove il camino è installato e che una uguale quantità di
aria fredda entra dall’esterno per compensare quella uscita. Concludendo non
bisogna far aspirare dal camino più aria di quella che serve poiché l’aria
fredda che entra raffredda l’ambiente. Dunque, bisogna intervenire sulla
quantità di fumi uscenti utilizzando saracinesche nella canna fumaria o agendo
sulle griglie di regolazione delle prese d’aria.
Esercizio 3
Si consideri un impianto
di aerazione che preleva l’aria da un locale e la convoglia in un altro con
l’ausilio di un ventilatore. Dimensionare la macchina cioè indicarne prevalenza
e potenza.
dove:
·
D è il diametro del
condotto
·
L è la lunghezza del
condotto
·
è
la portata in volume del ventilatore
·
e è la
scabrezza del condotto
·
h è
il rendimento del ventilatore
·
P1, P2 sono le pressioni dei due locali
·
b è
il coefficiente di perdite concentrate
Il problema si risolve
utilizzando l’equazione del bilancio dell’energia, quindi si utilizza una
scelta delle sezioni come in figura per semplificare l’equazione.
(1)
dove:
è
l’accelerazione gravitazionale
W1 e W2 sono
le velocità dell’aria nelle sezioni utilizzate.
Osservazione:
la densità dell’aria
andrebbe calcolata con l’equazione dei gas perfetti ma, viene assunta per
semplicità come:
Questa scelta di sezioni
porta a trascurare i primi due termini della 1); il terzo termine diviene nullo
in quanto i due locali sono aperti e quindi alla stessa pressione, dunque:
(2)
e la 1) diventa
(3)
dove
·
DP è la prevalenza cercata
·
R rappresenta
le perdite di carico
Le perdite di carico sono
(4)
dove
·
W è
la velocità dell’aria (assegnata perché è nota )
·
x è
il fattore di attrito (da determinare)
Calcolo della velocità
dalla definizione di portata in volume
(5)
dove
·
A è l’area della sezione
del condotto dell’aria
È doveroso notare che,
senza i dovuti accorgimenti acustici, con una velocità così elevata l’impianto
potrebbe essere rumoroso.
Si procede calcolando il
numero di Reynolds (Re) e la scabrezza relativa (e/D)
per determinare il fattore di attrito:
(6)
(7)
Con l’ausilio del
diagramma di Moody si determina il fattore di attrito:
(8)
Sono presenti tutti i
termini per calcolare le perdite di carico:
(9)
Dalla 3) si ricava la
prevalenza del ventilatore:
(10)
La potenza teorica è:
(11)
Infine, la potenza reale
è:
(12)
Esercizio 4
Si consideri un impianto
di riscaldamento a circolazione naturale costituito da una caldaia e un corpo
scaldante (termosifone). Si determini qual è la potenza termica (Q) che
la caldaia da all’ambiente per mezzo del corpo scaldante.
Il condotto del sistema è
un tubo in ghisa molto grosso, rispetto ai tubi utilizzati nei normali impianti
domestici, infatti, l’impianto a circolazione naturale non necessita
dell’utilizzo di una pompa per far circolare l’acqua; il motore del sistema è
la differenza di temperatura (DT)
tra la temperatura dell’acqua che esce dalla caldaia (T1) e
la temperatura dell’acqua che esce dal corpo scaldante (T2).
Si ipotizza che non ci
siano dispersioni di calore dai tubi cosicché, la quantità di calore ceduta è
solo quella dovuta al termosifone. Dunque, la differenza di temperatura tra
l’acqua che entra e quella che esce dal termosifone è:
La potenza termica che la
caldaia da all’ambiente per mezzo del corpo scaldante è:
(1)
dove:
·
è
il salto di entalpia
·
è
la portata in massa (da ricavare)
·
è il calore
specifico dell’acqua
Per risolvere la 1)
bisogna calcolare la portata in massa del sistema:
(2)
dove
·
r è
la densità dell’acqua
·
W è
la velocità del fluido (da determinare)
·
A è
l’area della sezione del condotto
Bisogna distinguere due
diverse densità per il fluido del sistema poiché esso si trova a due
temperature diverse:
·
r1 relativo al tratto A (vedi
figura pag. 11) a temperatura T1
·
r2 relativo al tratto B (vedi
figura pag. 11) a temperatura T2
Dalle tabelle del vapore
si estraggono i valori del volume specifico dell’acqua alle diverse
temperature, da cui si ricavano le densità:
à à (3)
verrà anche utilizzato un
valore di densità medio:
(4)
Per andare avanti con il
problema bisogna calcolare la velocità che compare nel punto 2); il problema si
risolve dividendo il circuito in due tratte:
·
tratto A dalla caldaia al termosifone, a
cui è associata l’equazione 5)
·
tratto B dal termosifone alla caldaia, a
cui è associata l’equazione 6)
(5)
(6)
Esplicitando (P2-P1)
dalla 5) , (P1-P2) dalla 6) e
sommando membro a membro si ottiene:
(7)
Per le scelte delle
sezioni adottate e considerando che la differenza tra le densità r1 e r2 è piccola, si può trascurare il primo termine del secondo membro della 7),
mentre, non si può trascurare il secondo termine, poiché esso
rappresenta il motore dell’impianto.
Inoltre, davanti agli
addendi che rappresentano le perdite di carico, viene sostituita la densità
media r in modo da semplificare i calcoli; così facendo, la 7) diventa:
(8)
Da quest’ultima equazione
si può ricavare la velocità da andare a sostituire nella 2) per il calcolo
della portata in massa (che serviva nella (1) per soddisfare la richiesta del
problema) ma, si nota che si tratta di un’equazione in due incognite (W
e x). Ancora una volta per risolvere il quesito si deve intraprendere un
procedimento ricorsivo; a tale scopo si fissa una velocità di primo tentativo
per eseguire il seguente ciclo:
1.
calcolo (ipotesi se
è il primo valore) della nuova velocità W’
2.
calcolo del numero
di Reynolds (utilizzando il punto 1)
3.
calcolo del fattore
di attrito (utilizzando il punto 2 e la scabrezza relativa)
4.
ritornare al punto
1.
W |
Re |
x |
W’ |
0,5 |
44706 |
0,027 |
0,344 |
0,344 |
30758 |
0,028 |
0,342 |
0,342 |
30558 |
0,028 |
0,342 |
Dopo pochi cicli la
velocità si stabilisce intorno al un valore che viene utilizzato per calcolare
la portata in massa del sistema:
(13)
Infine, per la 1), la
potenza termica cercata è:
(14)
Utilizzando l’equazione
13) e l’equazione 14) si vede che se si dispone di condotti a sezioni piccole
ci sarà bisogno di differenze di temperature più elevate per ottenere gli
stessi risultati in termini di potenza termica.