Argomenti trattati:
Introduzione;
Onda piana progressiva;
Impedenza caratteristica
di un mezzo;
Intensità acustica;
Onde piane non
progressive;
Calcolo del coefficiente
di assorbimento;
Densità di energia
sonora;
Misura del coefficiente
di assorbimento;
Prototipo di un tubo ad
onde stazionarie.
La scienza che si occupa
dello studio dei processi di generazione,propagazione e ricezione del
suono,l’acustica,è fondata sui principi della teoria delle onde,in quanto
queste ultime sono responsabili del fenomeno di trasporto dell’energia
acustica.La relazione da cui si parte per lo studio delle onde è l’equazione di
D’Alembert:
(1)
dove:
F è il
potenziale della velocità;
c è la velocità
di propagazione del suono.
Bisogna sottolineare che l’equazione di
D’Alembert ,data la sua complessità,nella pratica si integra solo in tre casi:
1.onda
piana progressiva;
2.onda
sferica progressiva;
3.onda
piana stazionaria.
In realtà esiste anche un quarto caso
che è quello dell’onda cilindrica che trova riscontro in molte applicazioni
pratiche ma,dato che presuppone una sorgente lineare anziché puntiforme,per la
sua difficoltà non affrontiamo analiticamente.
Un onda piana progressiva
è quell’onda che si sviluppa all’interno di un tubo di lunghezza indefinita,
quando il fluido al suo interno viene sollecitato da un pistone che si muove
con una legge del moto di tipo sinusoidale.Dato che l’onda si dice piana quando
tutti i punti,rispetto a due delle tre coordinate cartesiane,si trovano nella
medesima situazione,cioè in ogni istante hanno la stessa velocità e la stessa
pressione,lo studio delle onde piane si affronta ricavando i campi di pressione
p e velocità u.
p=p(x,y,z,t)
u=u(x,y,z,t)
In più dal punto di vista spaziale è un problema
di tipo monodimensionale perché la situazione geometrica in cui ci poniamo è un
pistone piano infinito che si muove avanti e indietro lungo l’asse x(quindi
dipende solo dalle variabili x e t ).Quindi si distingue un’onda piana per la
configurazione geometrica della sorgente,piano indefinito che vibra nella sola
direzione dell’asse x,e per la legge del moto di tipo sinusoidale da cui è
regolata.
figura 1
Infatti la soluzione dell’equazione di D’Alembert per l’onda piana progressiva è di tipo armonico e si ricava grazie alle relazioni della velocità e della pressione in funzione del potenziale della velocità:
(1)
(2)
(al
posto di u si può utilizzare anche in quanto la velocità è nel solo verso dell’asse x)
(3)
Prendendo come ipotesi di partenza il
fatto che il campo scalare del potenziale della velocità sia eccitato in modo
sinusoidale,sulla sorgente,che caratterizzo in x=0,il pistone sta vibrando
eccitato dal seguente potenziale della velocità:
(4)
con
chiamato numero
d’onda.
(si
utilizza convenzionalmente la funzione coseno perché quando si deriva questa
espressione rispetto allo spazio o al tempo per ricavare rispettivamente
velocità e pressione,si ottengono le suddette grandezze espresse con la
funzione seno,che è il modo con cui generalmente si utilizzano)
Il potenziale della velocità si può anche esprimere in notazione complessa,detta anche di Eulero,per cui:
(5)
Generalmente si tende ad omettere la
parte reale per comodità di scrittura ma la sua comprensione è importante in
quanto,essendo il potenziale della velocità una grandezza reale,solo la parte
reale ha significato fisico!
Da queste prime considerazioni si
deduce che il problema dell’onda piana progressiva è di tipo lineare,perché
lineare la sua equazione del moto;di conseguenza se si eccita il sistema con
una frequenza w ,per la proprietà di linearità,esso risponderà con la
stessa frequenza w.Un esempio di sistema completamente lineare è il
campo acustico in sé;sono i trasduttori elettro-meccanici o
meccano-acustici,dispositivi che trasformano una grandezza fisica,in questo
caso acustica,in un’altra(ad esempio elettrica),che sovente non sono
perfettamente lineari provocando il fenomeno della distorsione armonica.
Questo grosso difetto che accompagna
gran parte dei trasduttori è responsabile della mancata capacità di mantenere
inalterata la forma d’onda del segnale d’entrata,in uscita e si verifica negli
altoparlanti. L’altoparlante è un apparecchio utilizzato per trasformare
l’energia di un segnale elettrico in energia acustica irradiata nell’ambiente
circostante.Teoricamente si vorrebbe che il segnale d’uscita avesse lo stesso
contenuto in frequenza del segnale elettrico d’entrata ma,a causa della
distorsione armonica,il segnale d’uscita ha frequenze multiple della frequenza
fondamentale.
Esempio:Se introduco nell’altoparlante
una frequenza di 500 Hz ,in uscita avrò una componente armonica a 1000 Hz,una a
1500 Hz,una a 2000 Hz.Ognuna di queste ha una sua ampiezza e fase ,rispetto
alla fondamentale,che non sempre sono descrivibili in maniera semplice dal
punto di vista matematico.
figura 2
Viceversa,il problema della distorsione
armonica diventa un pregio per quanto riguarda il campo degli strumenti
musicali perché permette ad uno strumento di irraggiare nell’ambiente esterno
frequenze con uno spettro molto vasto.Il violino è un trasduttore
meccano-acustico fortemente non lineare che è valutato dal punto di vista
economico proprio in base alla intrinseca distorsione armonica che riesce a
introdurre.
Proprio per il fatto che nell’aria,se
la legge del moto della superficie vibrante è armonica,la propagazione
dell’onda segue totalmente la funzione cosinusoidale,si ha che tutti i punti
del campo seguono pedissequamente il punto dove il campo è stato generato
facendo coincidere la soluzione dell’equazione di D’Alembert con la stessa
condizione al contorno iniziale per cui:
in x=0 (6)
Ora che è stata verificata la legge del
moto dell’onda piana progressiva si possono ricavare la velocità e la
pressione.Per la particolare situazione geometrica scelta,il gradiente si
riduce alla sola derivata direzionale lungo x:
(7)
Il
valore –j indica che la velocità è sfasata di -p/2 rispetto al potenziale e quindi quest’ultimo è
una grandezza cosinusoidale,mentre la velocità è sinusoidale.Per ricavare la
costante Fmax impongo la condizione all’origine,in cui il
pistone nella posizione centrale dell’oscillazione x=0 e all’istante iniziale
di osservazione del fenomeno t=0 ,presenta
velocità massima:
(8)
(9)
Si conclude che:
(10)
da cui:
(11)
Analogamente si procede per il calcolo della pressione (3) :
(12)
(13)
(14)
da
cui
(15)
Disponendo di pressione e velocità,si può calcolare un’altra grandezza
importante denominata impropriamente:impedenza caratteristica del mezzo z (impropriamente
perché è caratteristica solo delle onde piane progressive che in natura non
esistono!)L’impedenza è il rapporto tra i moduli di pressione e velocità.Essa è
una funzione reale in quanto rapporto tra due funzioni sinusoidali in fase tra
loro(ricorda:solo per l’onda piana progressiva sono in fase u e p!)Quindi
sostituendo a p e a u le corrispettive espressioni si ricava che:
(16)
L’unità di misura dell’impedenza è:
(17)
Fisicamente l’impedenza acustica valuta quanto un campo è “morbido” cioè
in che modo reagisce alla sollecitazione di una forza quale può essere quella
di pressione del suono.Questa relazione è quindi interessante poiché fornisce
un legame quantitativo tra pressione e velocità; dimostra che in un campo
acustico a bassa impedenza,con poca pressione, si riescono ad ottenere velocità
notevoli mentre se il campo è ad alta impedenza servono pressioni elevate per
ottenere velocità apprezzabili.Di nuovo,per avere riscontro con la realtà,si
può citare l’esempio degli altoparlanti,il cui scopo è generare,sollecitati da
una velocità impressa elettricamente,una pressione che verrà poi percepita dal
nostro orecchio.
Il
principio di funzionamento dell’altoparlante a tromba (figura 3)tiene conto
proprio della relazione quantitativa tra pressione e velocità e infatti il
campo più consono per un buon funzionamento è quello con impedenza alta e
velocità basse,quindi con poca energia meccanica sull’altoparlante:in questo
modo si ottengono pressioni elevate.
figura 3
Il
diaframma mobile in prossimità dell’imboccatura della tromba vede un’impedenza Z1
molto maggiore di quella dell’aria Z2 all’altra estremità.
L’impedenza per l’onda piana progressiva risulta essere costante:
(18)
Un
altra grandezza che è interessante calcolare per valutare il fenomeno del
trasporto di energia dell’onda piana progressiva è l’intensità acustica che
rappresenta il valore medio nel tempo dell’intensità istantanea Ii(t)
(19)
da
cui l’intensità media
(20)
Dopo
aver riscritto le equazioni della velocità e della pressione in funzione
dell’impedenza:
(21)
(22)
posso calcolare l’intensità media (ricordando la
formula trigonometrica :
(23)
la quale vale ½ se integrata mediamente nel tempo
) ottenendo tre possibili risultati:
(24)
(25)
(26)
Se
poi si utilizzano le espressioni dei valori medi efficaci ,in quanto si parla
di grandezze sinusoidali, e (l’acronimo rms sta per Root Mean Square):
(27)
(28)
l’intensità può essere riscritta come:
(29)
(30)
(31)
In
generale c’è la tendenza ad abusare di queste formule per la loro estrema
comodità di calcolo e semplicità,soprattutto per quanto riguarda la
(30).Infatti fino agli anni Ottanta questa espressione era usata per calcolare
l’intensità di qualsiasi forma d’onda,commettendo un grossolano errore dal
momento che recentemente si è appurato che vale solo per l’onda piana
progressiva!Ciò che aveva tratto in inganno era il significato fisico di
equivalente energetico del valor medio efficace.Si indicava con esso ,sbagliando, l’energia immagazzinata dal
sistema invece di far riferimento solo all’energia potenziale.Avendo calcolato
solo il valor medio efficace della pressione in un campo acustico generico,non
si è in grado di valutare l’energia cinetica in quanto non è detto che tutta
l’energia potenziale si trasformi in energia cinetica!Anzi solitamente
l’energia immagazzinata come energia potenziale è mediamente maggiore
dell’energia cinetica e viceversa ci sono casi in cui è vero il contrario ,cioè
che l’energia immagazzinata in termini di velocità,e quindi l’energia cinetica,
è superiore all’energia potenziale.Solo per l’onda piana progressiva sussiste
la seguente uguaglianza:
(32)
e dall’uguaglianza dell’intensità si scrive:
(33)
Quindi nell’apprestarsi allo studio di un onda qualsiasi non è
sufficiente conoscere solo la pressione per valutare l’intensità,occorrono
pressione e velocità. L’unico termine che rimane sempre valido è l’intensità
valutata come media integrale nel tempo.
Nel
caso di apprestarsi allo studio di un generico sistema sinusoidale di onde
piane non perfettamente progressive (potrebbe essere il caso di un’onda che si
riflette parzialmente)si utilizzano le equazioni valide per l’onda piana
progressiva col solo accorgimento di introdurre il termine che riguarda la fase
j,perché p e u non sono più in fase.
Dato
che normalmente il sistema viene eccitato imponendogli una certa
velocità,l’espressione di u è presa come riferimento per il calcolo
della pressione nella quale è presente la fase (vedi notazione complessa).
(34)
(35)
Si
può quindi ricavare l’impedenza:
(36)
che in modulo è uguale a quella dell’onda piana
progressiva mentre ha una fase ruotata di j .
Quando poi si calcola l’intensità
(37)
compare il termine cosj dovuto allo sfasamento tra p e u
che riduce il valore dell’intensità trasportata dall’onda.
j =0
è il caso dell’onda piana progressiva;
j =90 è il caso dell’onda piana stazionaria(onda generata da un pistone che
comprime il fluido in un tubo di lunghezza finita)per cui l’intensità è nulla.
Si
può anche considerare il caso di un onda piana non progressiva all’interno di
un sistema intubato(si prende questo riferimento perché abitualmente si studia
il comportamento delle onde nel “tubo di Kundt”,figura 4)di lunghezza finita:ad
un’estremità del tubo c’è il pistone,o l’altoparlante,che vibra lungo l’asse x
allo scopo di generare un treno di onde piane;all’altra un tappo di materiale
con caratteristiche meccaniche(velocità di propagazione d’onda,impedenza
caratteristica del mezzo,densità,..)diverse da quelle dell’aria,di cui si vuole
calcolare l’impedenza e il coefficiente di assorbimento acustico.Suppongo che
il materiale abbia una propria impedenza .
(38)
figura 4
La pelle del materiale reagisce ad
un’onda elastica in modo diverso dall’onda piana progressiva;se il materiale
presenta impedenza infinita l’onda riflessa ha intensità uguale a quella
dell’onda incidente e le due onde si compensano;se l’impedenza è 0<z<¥, l’onda
progressiva si scontra contro la superficie di destra e torna indietro
incontrando le nuove onde che arrivano, generando all’interno del tubo un
sistema di energie:una quota di solito considerevole fluisce da sinistra a
destra(quella propria dell’onda progressiva),l’altra da destra a sinistra(nella
realtà è notevolmente minore della prima).Se si analizza il sistema dal punto
di vista energetico,supponendo valido il principio di sovrapponibilità degli
effetti,si identifica un’intensità incidente ,calcolabile come se ci fosse solo il campo incidente,che
incontra l’interfaccia aria-solido,e un’intensità riflessa .Dal punto di vista fisico esiste un’altra quota di
energia,quella assorbita , in quanto l’intensità di un’onda che si scontra su una
superficie in parte viene assorbita e in parte riflessa.
In
formule :
(39)
Dividendo
entrambi i membri della (39) per ottengo dei rapporti
che prendono il nome di coefficiente di assorbimento a e coefficiente
di riflessione r.
figura 5
(40)
(41)
(Entrambi
ovviamente sono in modulo minori di 1 perché la loro somma deve restituire
l’unità)
Si può anche considerare il caso di una
doppia interfaccia solido-aria su cui incide un’onda sonora(figura 6).In questa
situazione l’intensità trasportata dall’onda,intensità incidente ,si divide in tre quote:
l’intensità
riflessa ,che torna nell’aria e dipende dall’angolo di
incidenza,dalla frequenza,dalla differenza di impedenza tra l’aria e il
materiale che costituisce la parete;
l’intensità
assorbita ,che è la quota intrappolata all’interno del materiale e
dissipata in calore(quota d’energia effettivamente assorbita);
l’intensità
trasmessa ,che è quella che attraversa il solido e entra nell’ambiente
adiacente.
figura 6
Quindi come prima:
(42)
E
dividendo per :
(43)
(44)
Dove
r è il coefficiente di riflessione,a quello di assorbimento,t
di trasmissione.
Ciò che interessa realmente non è a
ma la quota che si vede riflessa dietro la parete:
(45)
a prende il nome di coefficiente di assorbimento
acustico apparente (apparente perché quello “vero”è a ) che è la
grandezza che quantifica la predisposizione che una superficie ha ad assorbire
il suono.
Se a =0 , la superficie è completamente riflettente;
se a =1 , la superficie è totalmente assorbente.
Una finestra aperta è una buona
superficie assorbente per un osservatore posto nell’ambiente che produce il
suono (a grande).
(
in realtà essa trasmette tutta l’intensità che riceve verso l’esterno;per
questo si parla di a come di coefficiente acustico apparente)
I materiali che si considerano buoni
assorbenti(detti anche materiali fonoassorbenti) normalmente presentano
determinate caratteristiche,sono cioè leggeri,morbidi,con un’impedenza simile a
quella dell’aria(ricorda:il massimo assorbimento si ha quando l’impedenza dei
due materiali è uguale);al contrario i materiali utilizzati per l’isolamento
acustico sono duri e pesanti in modo che le onde sonore non riescano a deformarli.
L’isolamento acustico presenta necessità differenti rispetto all’isolamento
termico infatti un ottimo isolante termico come il polistirolo è un pessimo
isolante acustico in quanto si comporta da amplificatore del suono.
L’altra caratteristica importante che
deve avere un materiale di natura fibrosa o cellulare,per essere un buon
assorbente, è di essere a strutture aperte;per questo bisogna fare attenzione a
non otturare i pori superficiali quando si ricopre un materiale assorbente con vernici
o pitture .Infatti se il suono incide sul materiale a celle aperte(esempi di materiali
porosi sono lana,vetro,isolanti di schiuma,..) ,esso penetra nei pori e nei
canalicoli esistenti ponendo in vibrazione le molecole d’aria presenti negli
interstizi.Tali oscillazioni all’interno delle cellule,per effetto combinato
della viscosità dell’aria e della sua aderenza alle pareti,dissipano energia
sotto forma di attrito. A questi fenomeni di carattere meccanico,si
accompagnano fenomeni di dissipazione termica per effetto delle successive
compressioni e decompressioni dell’aria provocando l’assorbimento del
suono. Tuttavia,l’assorbimento
sarà tanto maggiore quanto maggiore sarà la velocità del moto oscillatorio trasmesso
alle molecole d’aria.
Tale velocità,nulla quando l’onda
sonora arriva a incidere sulla parete rigida sulla quale è applicato lo strato
poroso,ha valore apprezzabile solo se lo spessore dello strato è
sufficientemente grande e di un ordine di grandezza paragonabile alla lunghezza
d’onda del suono incidente.Quindi con gli spessori abituali di qualche
centimetro,il valore del coefficiente di assorbimento si mantiene elevato e
costante per frequenze superiori a 1000 Hz. Infatti il coefficiente si mantiene
costante solo per quella banda di frequenze che superano un valore limite
inferiore,valutabile come quello per cui lo spessore s risulta pari a
¼ della lunghezza d’onda l
corrispondente alla frequenza in questione.Ecco perché spesso conviene
applicare lo strato poroso a una distanza dalla parete uguale a ¼ della
lunghezza d’onda incidente,dove la velocità di vibrazione dell’onda acustica
presenta il suo massimo.
La relazione che mostra come varia lo
spessore del materiale in funzione della lunghezza d’onda è:
(46)
Un altro esempio di buon assorbente è
il pannello vibrante che si presta bene ad assorbire le basse
frequenze:esso consiste in una lastra di forma regolare,montata a distanza
opportuna dalla parete rigida ,dove,se lo spessore dell’intercapedine è piccolo
e il materiale del pannello sufficientemente cedevole,il comportamento del
sistema pannello - aria - parete è assimilabile al moto armonico di una massa
vibrante M (il pannello)
collegata con un vincolo elastico (aria contenuta nella parete),di
caratteristica intrinseca k, a un sostegno rigido(parete).La frequenza
propria di vibrazione del sistema meccanico è data da:
(47)
In più per allargare la banda di frequenze per la quale si ha un buon assorbimento ,si può applicare al pannello uno strato poroso,in modo da accoppiare all’effetto della risonanza quello della porosità.
La densità di energia
sonora D rappresenta la quantità di energia contenuta nell’unità di
volume o,meglio,la quantità di energia per metro cubo:
(48)
Essa si misura:
(49)
Sapendo che l’intensità è un vettore che rappresenta l’energia
trasportata nell’unità di tempo attraverso l’unità di superficie,se si
considera il caso di un’onda piana progressiva entrante in una superficie di
sezione ,immaginando di lasciar fluire l’onda attraverso questa
superficie per un secondo,essa invaderà un volume di forma prismatica e di
valore ,dove c è la velocità del suono.
figura 7
L’energia che è entrata nel prisma si
può scrivere come: ,dove S rappresenta la sezione del prisma,per quello
in questione unitaria,e I,l’intensità.Quindi si può ricavare la
relazione fondamentale per la densità(di nuovo valida solo per l’onda piana
progressiva):
(50)
Ora siccome si può considerare la
densità totale come la somma della densità che si sta propagando e la densità
che continua a oscillare avanti e indietro:
(51)
(per
l’onda piana progressiva e )
si
può cercare di determinare il coefficiente di assorbimento di un materiale
sfruttando questa nuova grandezza.
Partendo dal fatto che l’ipotesi di
sovrapponibilità degli effetti sia sempre valida,si può distinguere l’intensità
totale nelle componenti riflessa e incidente:
(52)
e,
presa singolarmente ,ciascuna di queste componenti rappresenta l’intensità di
un onda piana progressiva per cui vale l’equazione (50).Da ciò,sfruttando nuovamente
il principio di sovrapponibilità degli effetti,si può esprimere la densità di
energia totale nel tubo come:
(53)
Quindi se tramite un intensimetro ,
strumento capace di misurare l’intensità,si misurano l’intensità e la densità
di energia,disponendo delle seguenti relazioni, si può calcolare il
coefficiente di assorbimento a:
(54)
(55)
(56)
Eseguendo le opportune sostituzioni si
ricava:
(57)
che
rappresenta una stima del coefficiente di assorbimento del materiale
all’estremità del tubo.
Per misurare l’intensità servono
pressione e velocità;se si pongono due microfoni a breve distanza tra loro è
possibile ricavare l’intensità come media nel tempo dell’intensità
istantanea.Ricordando che:
(58)
(59)
E sapendo che per l’onda piana
progressiva queste due espressioni coincidono,e quindi è indifferente parlare
di energia cinetica o potenziale, si possono introdurre i termini di intensità
cinetica e potenziale:
(60)
dove
è la densità di
energia cinetica;
(61)
dove
è la densità di energia potenziale.
Analiticamente descrivere l’intensità
in questo modo è corretto mentre dal punto di vista fisico non è vero che
localmente l’energia è ripartita equamente in potenziale e cinetica,è vero
globalmente poiché mediamente nel tempo e nello spazio l’energia sarà metà
cinetica e metà potenziale(in quanto oscilla tra l’una e l’altra
condizione).Quindi il procedimento corretto è combinare le ultime due espressioni
nella nuova:
(62)
la
quale è vera sempre,cioè non dipende dal campo sonoro che si sta considerando;è
dimostrato anche dal fatto che il primo principio della
termodinamica,riguardante la conservazione dell’energia,deve essere sempre
rispettato.
OSSERVAZIONI:
In generale per avere una
caratterizzazione completa del campo si deve disporre di due tipi di grandezze:
GRANDEZZE DI CAMPO = pressione,velocità
GRANDEZZE ENERGETICHE = intensità,densità
Esse sono omogenee tra loro ma non tra i due gruppi(pressione e velocità sono omogenee,pressione e densità sono disomogenee).Per questo motivo è errato pretendere di calcolare il rapporto tra intensità e pressione(permesso solo nel caso dell’onda piana progressiva)!Il risultato a cui si arriverebbe è un numero indefinito in quanto si effettua il rapporto tra una grandezza intensimetrica ,e quindi vettoriale, e una grandezza scalare.Bisogna fare molta attenzione perché questo problema è stato fonte di numerosi errori in passato.Solo recentemente,anni Novanta,l’ente normativo sopranazionale ISO (International Standard Organization) ha provveduto ad emettere delle norme tecniche in riguardo!
Una delle tecniche più
utilizzate per la misura ,dal punto di vista pratico, del coefficiente di
assorbimento è l’introduzione nel tubo,dove scorrono le onde, di un
microfono;esso è libero di scorrere lungo l’asse del tubo stesso.Se si riporta
in un diagramma il valore complessivo della pressione totale misurata dal
microfono nei punti compresi tra –L e 0 si trova un andamento simile a quello
del grafico sottostante nel quale si può individuare la presenza di massimi e
minimi (la pressione sulla parete raggiunge di solito un valore prossimo a
quello massimo).
figura 8
I valori che interessano sono i massimi e i minimi che si individuano quando onda incidente e onda riflessa sono rispettivamente in fase o controfase.Per questo metodo è quindi necessario lo studio e la ricerca dei massimi e minimi che possono essere assai laboriosi!Si ovvia a questo problema studiando la pressione incidente e la pressione riflessa, ricavate sempre sperimentalmente con l’utilizzo del microfono suddetto. Questa relazione in termini analitici assume la forma:
(63)
(64)
Risolvendo il sistema si
ottiene:
(65)
(66)
Da cui si ricava
abbastanza velocemente il coefficiente di assorbimento a:
(67)
Il tubo ad onde
stazionarie,o “tubo di Kundt” è un tubo di lunghezza finita con un pistone ad
una estremità e all’altra un “tappo”di un certo materiale di cui si vogliono
calcolare l’impedenza e il coefficiente di assorbimento.Nella figura
sottostante(figura 9) è rappresentata la versione commercializzata dalla ditta
Bruel&Kjaer di Copenaghen del “tubo di Kundt”:
Figura 9
Si possono adoperare due tubi permutabili: uno dal diametro di circa 100mm e lungo circa 1,5m e un altro (che si vede montato sopra l’altoparlante) che ha un diametro di 29mm ed è lungo circa 0,5m. All’estremità si collocano i portaprovini (gli anelli di acciaio che si intravedono in alto a destra), all’interno dei quali si mette il materiale da provare (intonaco, gommapiuma).
Il tubo viene quindi montato sul perno di legno di forma rettangolare (che contiene un altoparlante) e il microfono è quel cilindro orizzontale che si muove su un carrellino e prende il segnale attraverso un tubicino (il “microphone probe” indicato nel sottostante Schema 1) che scorre dentro al tubo centrale e fa da trasduttore di pressione lungo l’asse. Sulla base del supporto per il microfono c’è una stecca graduata con un cursore che consente di misurare con la precisione di 1/10mm le distanze dal provino.
Segue uno schema di
principio del tubo di Kundt:
Nello schema
funzionale(schema 2) che segue
Schema 2
è
rappresentato il classico uso del tubo: per compiere le misure è necessario un
generatore di segnale sinusoidale da applicare all’altoparlante e i valori del
rapporto si misurano grazie alla lettura sul voltmetro
dei valori di tensione (in , su una scala di
precisione) provenienti dal microfono e si può così desumere il coefficiente di
assorbimento grazie ai valori tabulati sul diagramma seguente che rappresenta
il coefficiente di assorbimento a in
funzione del rapporto .
figura 10
Nonostante ciò,il tubo di Kundt è uno
strumento ormai caduto in disuso, per una serie di motivi:
- le misure sono lente: bisogna eseguirne una per ogni singola frequenza (per ricavare , cioè vedere come
varia l’assorbimento del materiale in funzione della frequenza)
- la misura dentro un tubo su un piccolo campione
può non essere rappresentativa del comportamento del materiale in esame su
grande superfici.
Esistono tecniche più
moderne che si basano su misure in banda larga: anziché generare un suono puro
a una singola frequenza, si produce un segnale che copre una vasta zona dello
spettro di frequenze; utilizzando teorie complesse di analisi dei segnali, si
ricava direttamente lo spettro di assorbimento. Recentemente sono state
sviluppate ulteriori tecniche di misura basate sull’intensimetria, che non
richiedono l’ipotesi di onde piane e che quindi si possono compiere anche al di
fuori del tubo. Il tubo ad onde stazionarie rimane tuttavia un utile modello
didattico.