Argomenti
trattati:
-
Introduzione
-
Perdite di carico distribuite
-
Diagramma di Moody
-
Perdite di carico concentrate
-
Lunghezza equivalente
-
Problemi e risoluzioni
Introduzione
Per comprendere al meglio il concetto di perdite di carico è bene ricordare il teorema di Bernoulli che permette di trovare relazioni che legano le proprietà dei fluidi in diverse sezioni di un condotto. Tale teorema è definito dalla seguente relazione:
dove w = velocità, g = costante gravitazionale, p = pressione, r = densità, l = lavoro, R = resistenza, z = quote piezometriche.
Con
la precedente relazione Bernoulli ci dimostra che è possibile parlare di
conservazione dell’energia per i fluidi senza però trascurare il valore della
resistenza e quello degli scambi di energia con l’esterno.
E’
proprio il valore della resistenza che prenderò in considerazione e che andrò
ad analizzare in questa tesina.
Per
prima cosa bisogna distinguere le perdite di carico in due diversi tipi: quelle
distribuite e quelle concentrate ( o localizzate ).
Andiamo ad analizzarle con più attenzione.
Per perdite di carico distribuite si intende il lavoro svolto da un fluido per percorrere un certo tratto di tubo a sezione costante e uniforme; per tanto tale lavoro sarà in funzione esclusivamente del diametro del tubo, della scabrezza del tubo e del numero di Reynolds.
Per quanto riguarda la scabrosità del tubo mi soffermo per alcune considerazioni: il tubo che si prende in considerazione non è mai da pensare ideale, la sua superficie infatti presenterà sempre determinate irregolarità.
Per
calcolare il valore preciso delle perdite di carico distribuite basta applicare
la seguente formula:
dove l è definito come coefficiente
d’attrito e si calcolerà differentemente a seconda del moto del fluido.
Diagramma di Moody
Tramite la precedente relazione si è potuto
costruire il seguente grafico:
In questo abaco possiamo notare tre distinte zone in
cui i fluidi adottano comportamenti diversi:
·
Zona
caratterizzata dal moto laminare
·
Zona
di transizione in cui il comportamento del fluido è incerto
·
Zona
caratterizzata dal moto turbolento
Nella zona a moto laminare ( la meno comune) le
perdite sono inferiori. La scabrezza non incide sul cambiamento delle perdite
di carico. Abbiamo un coefficiente d’attrito che vale:
Nella zona a moto turbolento ( più comune perché
sono più comuni i tubi scabri in quanto facilitano lo scambio di calore) la
scabrezza incide sulle perdite di carico: più il tubo è scabro più sono le
perdite a parità di numero di Reynolds. In questa zona l’andamento del grafico
è logaritmico; è quindi interessante notare che se mi trovo in una zona molto
turbolenta la curva tende a diventare una retta ed è quindi possibile trovare
direttamente il valore l da e / D per ogni valore di Re
abbastanza grande.
Nella zona di transizione, come ho già detto prima,
il moto è ambiguo e si cerca quindi di dare una descrizione sommaria
dell’andamento prendendo valori intermedi ai due casi.
Grazie al diagramma di Moody, noti il numero di Reynolds
e il valore di scabrezza relativa del condotto, è possibile conoscere il valore
del fattore d’attrito. Basta immaginare un riga verticale in prossimità nel
numero di Reynolds e farla arrivare alla curva rappresentante la scabrosità
relativa del condotto, da qui si traccia una riga orizzontale fino ad arrivare
al valore del fattore d’attrito cercato. Questo è però possibile solo se si
conosce Re; in caso contrario bisogna procedere per tentativi (vedremo in
seguito un esempio per capirci meglio).
Fino ad ora abbiamo preso in esame tubi cilindrici a
sezione circolare, abbiamo quindi sempre parlato di diametri. Tutto quello
trattato precedentemente si può però ricondurre a qualunque forma del condotto
introducendo il concetto di diametro equivalente. In generale abbiamo:
dove A = Area di sezione, 2P =
Perimetro del condotto bagnato dal fluido. Vediamo ora qualche esempio:
In un quadrato di lato l:
In un triangolo equilatero di lato l:
Perdite di carico concentrate
Le perdite di carico concentrate sono anche dette
localizzate: questo perché esse sono localizzate in punti precisi del condotto
al contrario di quelle distribuite che si trovavano lungo tutto il tubo. Esse
si verificano per esempio in prossimità di curve, di rubinetti, di
restringimenti o allargamenti della sezione del tubo, etc. Tali perdite non
dipenderanno più dalla lunghezza del condotto, ma saranno in funzione di un coefficiente
d’attrito che indicheremo con b e che varierà al variare della geometria della figura.
La relazione diventa quindi :
I valori di b per i casi più comuni sono riporati nella
seguente tabella:
Lunghezza equivalente
Per velocizzare i calcoli
si è introdotto un nuovo metodo per trovare le perdite di carico concentrate
facendo riferimento a quelle distribuite. Il concetto è quello di sostituire
alla discontinuità un determinato valore di lunghezza del condotto.
Avremo:
Un altro metodo per trovare la lunghezza equivalente
è per via grafica. Dopo vari esperimenti si è arrivati alla costruzione di
diagrammi che ci permettono di stabilire la lunghezza equivalente conoscendo il
diametro del nostro condotto ed il tipo di accidentalità localizzata. Nella
pagina seguente ho riportato il grafico che si legge con molta facilità: per
prima cosa si identifica sulla colonna di destra il valore del diametro del
tubo in esame, su quella di sinistra invece si sceglie il valore in base al
tipo di accidentalità localizzate, si uniscono i due punti con una retta,
l’intersezione di quest’ultima con la colonna centrale identifica il valore
della lunghezza equivalente.
Problemi e risoluzioni
Es.1
Il problema ci chiede di
determinare la velocità all’uscita e la portata del tubo conoscendo:
H=2m,
D=2cm, l=4m, e= 20mm
Per prima cosa applico il
teorema di Bernoulli per capire cosa succede all’interno del tubo:
Le pressioni sono entrambe atmosferiche, quindi si
elidono a vicenda; avremo che
Notiamo che = dove
b =2+0.5=2.5.
Risolvendo e semplificando l’equazione otterrò:
Tale relazione però dipende da l che non è fisso:pertanto
per determinare il valore della velocità devo procedere per iterazione.
Conosco e, calcolo e/D e trovo una curva sul
diagramma di Moody. Mi costruisco una tabella
nella quale registrerò i vari tentativi e grazie alla quale riuscirò ad
ottenere la velocità cercata.
N tentativi |
|
Re |
l |
|
1 |
|
|
0,023 |
2,20
m/s |
2 |
2,2 |
44000 |
0,0247 |
2,156
m/s |
3 |
2,156 |
43000 |
0,025 |
2,15
m/s |
Sono così arrivata a calcolare la velocità
all’uscita del tubo; ora devo trovare la portata: