Vediamo il problema della miscelazione di due gas differenti all’interno di
uno scatolone adiabatico (= recipiente isolato dall’esterno mediante
pareti coibentate).
Q =
0 (essendo un sistema adiabatico, non avvengono scambi di calore con
l’esterno)
Fig.1 – scatolone adiabatico.
Nota 1: Con 1 e 2 sono indicati i due sistemi. Il setto interno al recipiente, è
posto verso sinistra a causa della differenza di pressione tra i due gas.
Nota 2: L'aria è un miscuglio di vari gas, costituito soprattutto da azoto e ossigeno che ne rappresentano circa il 99% del volume. L'aria ha la stessa composizione in regioni e altitudini diverse se non si considerano il vapor d'acqua, il biossido di carbonio, l'ozono, l'ammoniaca, le eventuali polveri e i microbi che per diverse ragioni possono essere presenti in quantità variabili. L'aria priva di essi è detta aria pura e la sua composizione volumetrica è: 20,95% di ossigeno, 78,09% di azoto, 0,94% di argo e gas rari.
Nota 3: Gas perfetto, è un ipotetico gas che
segue le leggi di Boyle-Mariotte e di Volta-Gay-Lussac. Un gas si dice gas
perfetto se soddisfa all'equazione pv = nRT dove n è il
numero delle moli presenti, R è la costante dei gas perfetti pari a
8,314 joule/mole K, T è la temperatura assoluta che è legata alla
temperatura t della scala centigrada dalla relazione T = t +
273,16.
Per trasformazioni isoterme l'equazione precedente si riduce alla legge
di Boyle-Mariotte che stabilisce la proporzionalità inversa tra pressione e
volume per un gas perfetto. L'equazione di stato dei gas perfetti si può
ricavare per via teorica, mediante la teoria cinetica dei gas, nelle ipotesi
che il volume proprio delle molecole e le loro mutue interazioni siano
trascurabili. Queste due condizioni si verificano senz'altro per un gas in uno
stato molto lontano dal suo punto di liquefazione. Quindi tutti i gas a
temperature sufficientemente elevate e a pressioni sufficientemente piccole si
comportano come gas perfetti.
Dati:
V1=1
m3 V2=2
m3 T1=100
°C T2=200
°C P1=1
bar P2=10
bar
Rimuovendo il setto i gas
si mescolano: |
|
Fig.2 – scatolone adiabatico allo stato finale. |
Lo stato fisico finale, di equilibrio, si otterrà dopo un periodo di “assestamento”.
Cerchiamo,
ora, di ottenere i seguenti dati, calcolati allo stato finale:
Chiaramente
V3 = 3m3.
Trovando la temperatura T
, la pressione P è facilmente ricavabile dall’equazione di stato dei gas
perfetti.
Utilizzando il 1°
principio della termodinamica otteniamo: UFIN - UIN = Q
- L = 0
Immaginiamo di spingere
lo stantuffo di una pompa dal punto A al punto B.
Fig.4 – pompa da bicicletta.
Nota: la curva è
adiabatica (senza scambio di calore), perché ipotizziamo una compressione
rapidissima, con la quale l’aria viene spinta fuori dalla pompa, prima di
cedere calore. inoltre ipotizzando che il sistema sia isolato termicamente si
ha che lo scambio di calore Q = 0.
Risulta che TB>TA
perché durante il gonfiaggio avviene un riscaldamento.
(4)
Nota: l’esponente g è dato dal rapporto tra
calore specifico a pressione costante e calore specifico a volume costante e
nel caso dell’aria vale:
Ora cerchiamo la
temperatura finale TB, ma prima ci serve la massa M:
Nota: osserviamo che
durante la trasformazione la massa rimane costante in quanto il sistema è
chiuso.
Dall’equazione di stato
dei gas perfetti allo stato finale otteniamo:
Dal primo principio della
termo dinamica: U2-U1 = Q-L, ma Q=0 e otteniamo:
Nota: passiamo da uno stato di energia più elevato ad uno inferiore, a spese di un lavoro dall’esterno.
Ma in realtà ciò non è
corretto, perchè a spingere sono due elementi:
1.
colui che applica la
forza sullo stantuffo;
2.
l’aria
atmosferica (esercita una
pressione, dato che non siamo nel vuoto);
Al principio, per
mantenere lo stato iniziale, non dobbiamo applicare alcuna forza
dall’esterno, in quanto la pressione interna è pari a quella esterna…dovremo in
seguito con l’applicazione di una forza esterna, contrastare la
“sovrapressione”.
Fig. 6
LN = L-PA(VA-VB)
= -424800+100000(3-1) = -224800 J
Nota: Si tratta di un
sistema “misto”: chiuso all’interno, ma anche aperto in quanto l’aria
fuoriesce.
Fig. 7
L’area inferiore non
viene considrata in quanto il lavoro compiuto dall’aria nella fase di pompaggio
viene restituito nella fase di ritorno.
Fig. 9
Dati:
Q=10000 J (energia
termica calore) P1=3
bar V1=0,3
m3 T1=20°C V2=? T2=?
DEp=?(variazione
dell’energia potenziale del peso nel campo gravitazionale, dove DEp=PgDz, con P il peso in Kg e g l’accelerazione gravitazionale).
Fig. 10
L = P1(V2-V1) - P0(V2-V1) |
|
Cerchiamo T2 e
P2 :
Se la pressione è
costante allora:
Vediamo che il volume si
è espanso in seguito al riscaldamento.
…