Le alette sono
particolari componenti che servono per aumentare lo scambio termico tra un
dispositivo e l’ambiente e dunque a migliorare il raffreddamento del
dispositivo stesso.
Possono essere ricavate
direttamente sul corpo del dispositivo per fusione, in fase di costruzione,
oppure essere realizzate a parte e poi essere applicate in un secondo tempo.
Le alette possono avere
svariate forme che permettono loro di migliorare le prestazioni. Esistono
alette diritte, coniche, a spillo, circolari e molte altre; quelle qui
presentate sono quelle diritte, che sono anche le più semplici da studiare.
Lo studio di una aletta
avviene tramite due parametri geometrici: la lunghezza L e lo spessore s.
Per quanto riguarda la larghezza possiamo supporla infinita o unitaria.
Fig.2 – Aletta diritta.
Il calore fluisce per
conduzione nel metallo, dal dispositivo attraverso le alette e poi viene
disperso per convezione sulle facce
Lo scambio termico, però,
non è proporzionale alla superficie dell’aletta in quanto la temperatura di
questa varia lungo di essa. Nel caso in cui l’aletta sia stata ottenuta per
fusione dal dispositivo, nel punto di contatto entrambi avranno la stessa
temperatura che indicheremo con TP (temperatura di parete).
Spostandoci lungo l’aletta, la temperatura tenderà a diminuire fino al valore
di temperatura dell’ambiente circostante (normalmente rappresentato dall’aria)
che indicheremo con T.
Fig.3 – Temperatura di
una aletta ottenuta per fusione, in funzione della sua lunghezza.
Nel caso in cui, invece,
l’aletta sia stata applicata successivamente, bisognerà tenere conto di una
certa resistenza RC nel punto
di contatto col dispositivo. In tal caso la temperatura alla base dell’aletta
sarà inferiore a TP .
Fig.4 – Temperatura di
una aletta applicata successivamente ad un dispositivo, in funzione della sua
lunghezza.
Osservando le figure 3 e
4 si nota che esiste una lunghezza ottimale per le alette oltre la quale lo
scambio di calore è pressoché nullo essendo la temperatura dell’aletta di poco
superiore a quella dell’ambiente, cioè T.
Vediamo ora di studiare
il funzionamento delle alette dal punto di vista matematico. Prima di tutto
facciamo un’ipotesi semplificativa: supponiamo che la propagazione del calore
per conduzione nell’aletta avvenga solo lungo la componete parallela ad essa.
Fig.5 – Verso di
propagazione del calore nell’aletta.
In realtà il calore si
propaga anche dal centro verso le superfici esterne dell’aletta ma se lo
spessore è trascurabile rispetto alla lunghezza (s<<L)
l’ipotesi fatta risulta accettabile.
Vediamo ora il calcolo.
Prendiamo un elemento
infinitesimo dell’aletta e valutiamo il calore scambiato.
Fig.6 – Analisi di un
elemento infinitesimo.
e rappresentano le potenze scambiate per
conduzione, mentre rappresenta la potenza scambiata per
convezione. Supponiamo che quest’ultima assuma lo stesso valore sia
relativamente alla superficie superiore che a quella inferiore.
Bilanciando gli scambi
abbiamo che:
Potenza entrante = Potenza uscente (1)
(2)
Una CPU di superficie quadrata (L=50mm) dissipa una potenza di 20w nell’ambiente (avente temperatura pari 20°C).
· trovare a che temperatura si porta.
· progettare un’opportuna alettatura per abbassarne la temperatura.
g=9.81m/s2 è l’accelerazione di gravità
b=1/T è il coefficiente di dilatazione termica (che nel caso di gas è l'inverso della temperatura).
L=0.05m è il lato della superficie quadrata
naria=16.10-6m2/s è la viscosità cinematica dell’aria
Il numero di Prandtl in queste condizioni è Pr=0,71
Possiamo, dunque, calcolare il numero di Rayleigh Ra:
che come si vede è <<, il che significa che ci troviamo di fronte ad un moto laminare.
Valutiamo, ora, il numero di Nusselt:
ma anche:
con laria=0,03w/mK conducibilità termica dell’aria.
Ricaviamo, dunque, h:
Possiamo calcolare la temperatura del dispositivo:
decisamente troppo alta!
Nella trattazione precedente, però, è stato trascurato lo scambio termico dovuto all’irraggiamento. Ripetiamo il procedimento considerandolo.
Al posto di h prenderò htot=h+hr,dove hr è il coefficiente di irraggiamento:
dove a=0,8 è il coefficiente di assorbimento del materiale, in genere plastica nera, e s0=5,67·10-8 w/m2K4 è la costante di Stefan-Boltzmann
Per cui
Il che ci porta a calcolare comunque troppa alta!
Non v’è dubbio che serva un’alettatura.
Fig.12 – CPU munita di alettatura.
Consideriamo un’alettatura in alluminio (lall=206w/mK) ricavata per fusione (Rc=0). Ogni aletta ha lunghezza L=20mm, larghezza pari al dispositivo, spessore s=3mm e dista dalla successiva 3mm. Da ciò si deduce che il numero massimo di alette applicabili sarà 8.
Rifacendoci alla teoria abbiamo:
ma anche:
dove:
Inoltre:
da cui notiamo che lo sviluppo completo delle alette è decisamente maggiore dell’area della CPU.
Calcoliamo inoltre:
conoscendo il quale possiamo ricavare l’efficienza sul diagramma di Fig.9 che risulta eA=0,93.
Inoltre, conoscendo:
ricaviamo la temperatura:
che è un valore accettabile.
In questi caso, come nei precedenti quando non utilizzavamo l’alettatura, dopo aver trovato la temperatura dovrei ricalcolare i coefficienti per i quali avevamo scelto la temperatura di 100°C. In tal modo troverei una temperatura leggermente diversa ma più vicina a quella reale. Se poi iterassimo il procedimento ricalcolando nuovamente i coefficienti e poi la temperatura più volte, troveremmo la temperatura esatta.
Potevo inoltre migliorare le prestazioni allungando le alette o aumentare il coefficiente di convezione applicando una ventola (in convezione forzata il coefficiente di convezione risulterebbe 30 – 35 volte superiore). Così facendo avremmo aumentato la dissipazione e diminuito la temperatura.